CATALOGAZIONE DEI VITIGNI
La vite è una pianta che viene coltivata in centinaia di diverse varietà, dette vitigni, e ciascuna di esse
produce un vino diverso. Il gusto del vino dipenderà anche dal tipo di terreno in cui è coltivato, dal clima, e dalle
tecniche di vinificazione e di maturazione, ma tutti i vini prodotti
dall'uva dello stesso vitigno hanno qualcosa che li accomuna e li caratterizza.
Per tale ragione per tutti i vini di qualità esistono dei regolamenti detti
"disciplinari" che indicano per ciascuna zona enologica (detta
Denominazione d'Origine) il tipo di vitigni la cui coltivazione è
ammessa e le modalità di coltivazione e di lavorazione di ciascun
vitigno. I vini che sottostanno a queste regole vengono designati con le
sigle D.O.C. (Denominazione d'Origine Controllata) e D.O.C.G. (Denominazione d'Origine Controllata e Garantita).
Ampelografia
Per poter garantire il vignaiolo, prima, e il
consumatore, dopo, sulla appartenenza o meno di una data pianta ad un
vitigno piuttosto che ad un altro, per tanto tempo i botanici si sono
cimentati in vari sistemi di descrizione e catalogazione dei vitigni
dando origine alla Ampelografia (dal greco ampelos = vite, e graphia
= descrizione, studio) ossia alla disciplina che studia la vite nelle
sue specie e varietà coltivate.
Forma dei grappoli:
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Il primo sistema di catalogazione dei vitigni era basato sui tempi di germogliamento,
fioritura e maturazione delle diverse piante. Ma ben presto si rivelò inefficace
in quanto le specie più "promettenti" sono state coltivate in zone molto diverse
da quelle in cui si erano originate, e riadattandosi hanno cambiato le loro abitudini.
Si pensi ad esempio al Cabernet che è originario della Francia e che viene
oggi coltivato anche in Africa, America, Australia e Nuova Zelanda.
Un altro sistema di catalogazione che si è rivelato più
efficace ed è arrivato ai nostri giorni si basava invece sulla descrizione degli
angoli di curvatura delle foglie.
Il sistema era molto preciso ma poco utile in quanto laborioso ed anche poco correlabile con le
proprietà della pianta, quali l'aroma o la tendenza a resistere ad alcune
malattie.
Oggi, l'ampelografia classifica tutte le particolarità visibili
della vite: forma e compattezza del grappolo, colore dei chicchi,
stabilità genetica. Uno studio rigoroso dei vitigni deve tenere
inoltre conto, oltre che della varietà di uva in esame, anche del suo
portainnesto, ossia del vitigno su cui è stata innestata.
La ragione di ciò risiede nel fatto che mentre le caratteristiche dell'uva dipendono dalla specie
innestata, i caratteri vegetativi (quali le epoche
fenologiche, la sensibilità alle malattie e talvolta anche le rese
produttive) dipendono invece dal portainnesto. Ciò non deve stupire, di fatto
la capacità di alimentazione della pianta deriva dalle sue nuove radici e da
ciò ne consegue che ciascun vitigno ha un rendimento diverso in funzione del
suo portainnesto. Per tale ragione per gli "addetti ai lavori"
esiste un catasto delle varietà di uva e dei corrispondenti
cloni omologati che prende il nome di Registro Nazionale delle varietà di vite.
Forma delle foglie:
L'Uva
Il frutto della vite è una bacca detta acino (o chicco) derivato dalla
fecondazione e maturazione del fiore, l'insieme dei chicchi è sostenuto
dal raspo o graspo mediante delle ramificazioni dette pedicelli o peduncoli.
Raspo più chicchi formano il grappolo d'uva. Il grappolo ha
solitamente forma cilindrica o conica, può essere semplice o alato, ad
acini compatti o spargoli. Gli acini possono essere sferici, subrotondi,
ellittici, ovali, talvolta anche appuntiti o arcuati, il loro colore
varia dal nero violaceo o bluastro al rosso, al grigio, al giallo dorato
al verdino. Gli acini sono costituiti dalla buccia, dalla polpa e dai
vinaccioli (o semi).
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